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 Come una "madre padrona" la fabbrica della Solvay, che tanto ha fatto in bene e in male. E' una presenza ingombrante, la vedi da qualsiasi parte giri lo sguardo, pare il monolite di ,2001:Odissea nello spazio, odiata e amata per la consapevolezza del danno ambientale e per la sicurezza del posto di lavoro garantito.  Il punto di svolta si ebbe all'inizio del Novecento, quando, con l'apertura della linea ferroviaria Livorno-Vada-Cecina (1910) l'area fu oggetto delle attenzioni dell'industriale Ernest Solvay, che qui volle innalzare uno stabilimento per la fabbricazione della soda. I lavori iniziarono il 17 settembre 1913 con la posa delle fondazioni.  L'acquisto dei terreni si svolse rapidamente e in breve, attorno alla fabbrica, sorse un nucleo urbano costituito da case per impiegati e operai dello stabilimento. Nel marzo del 1917 una delibera del Comune di Rosignano Marittimo sancì la decisione di denominare il nuovo agglomerato Rosignano Solvay.  La fabbrica e il villaggio furono ampliati nei decenni seguenti. Ad esempio, nel 1923 alcuni gruppi di case operaie furono costruite oltre la linea ferroviaria, verso la costa; successivamente si lavorò anche al potenziamento dei servizi.  La frenetica attività edilizia degli anni quaranta conferì alla cittadina industriale l'immagine attuale: i viali, l'alberatura, i lotti squadrati, gli orti, l'architettura, le pinete, fanno parte di un disegno generale che caratterizza l'intero agglomerato urbano affermando il tipico "stile Solvay".  Negli anni, la presenza dello stabilimento ha causato l'inquinamento del tratto di costa situato a sud dell'abitato. Le cosiddette Spiagge Bianche <il tratto di costa su cui domina la fabbrica – e dove scarica i rifiuti dell’attività industriale – viene invaso dai turisti di tutta Italia, attirati dal paesaggio tropicale e indifferenti di fronte al divieto di balneazione.sono infatti formate dagli scarichi dell'adiacente industria chimica che presenta una contaminazione dei terreni, nonché delle acque sotterranee (falda superficiale e falda profonda) da arsenico, mercurio, composti organoclorurati e Pcb”, ovvero i policlorobifenili, composti organici considerati inquinanti persistenti, dalla tossicità simile a quella della diossina.
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